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Abruzzo: nasce la “Rete dei borghi”, 9 cooperative di comunità al servizio del territorio

Un progetto coordinato da Confcooperative Abruzzo e supportato da Confcooperative Nazionale e Fondosviluppo.



Borghi delle aree interne. Borghi ricostruiti dopo essere stati flagellati dal sisma de L’Aquila. Borghi in via di spopolamento. Borghi che, però, non si arrendono perché hanno un cuore che batte forte: quello della loro gente. È così che nasce la Rete dei borghi che vede il suo “epicentro”, in termini di partecipazione attiva dei suoi cittadini, ad Anversa degli Abruzzi dove in contemporanea una folta delegazione delle comunità dei borghi di Anversa, Prezza, Fontecchio e Santo Stefano di Sessanio costituisce oggi una cooperativa di comunità per ciascun singolo borgo. A distanza di qualche ora e di pochi chilometri faranno la stessa cosa i cittadini di Collelongo e Tollo. Sei cooperative di comunità costituite nello stesso giorno a cui si aggiungono quelle già operative di Pescasseroli, Pizzoferrato e Barrea.

«Le cooperative sono sentinelle del territorio, capaci di intercettare, più di ogni altra impresa, i bisogni delle comunità. Dove lo Stato si ritira perché non è più in grado di organizzare servizi e risposte e il privato neanche pensa a cimentarsi, le cooperative - dice Maurizio Gardini presidente Confcooperative - favoriscono l’autorganizzazione dei cittadini mettendoli in condizione di rispondere alle proprie esigenze».

Dalla piccola comunità di Santo Stefano Sessanio (113 abitanti) al centro più grande, Tollo (4.122 abitanti) c’è un unico filo conduttore che tiene insieme la “rete dei borghi”, sono tutti laboratori di cittadinanza attiva, cittadini che si organizzano in impresa cooperativa per rispondere ai propri bisogni. Cittadini che diventano impresa per il territorio. Si va dalla riapertura dell’emporio del paese alla spesa a domicilio, dal trasporto scolastico dei bambini a quello degli anziani, dalla valorizzazione dei prodotti agroalimentari del territorio a tutti i servizi legati all’ospitalità e al turismo, senza dimenticare la cura del territorio e del paesaggio e la gestione sostenibile delle risorse forestali.

«Non solo. Nella vocazione dei territori c’è anche chi “autorifornisce” la stazione di carburante, perché in un’ottica di diseconomia di scala nessuna compagnia petrolifera andrebbe a fare bunkeraggio. L’ulteriore valore aggiunto - dice Massimiliano Monetti presidente di Confcooperative Abruzzo - sarà quello del network tra le dieci cooperative, grazie al quale si scambieranno esperienze e turisti per dar vita a una visione unica di sistema». 

Breve profilo delle cooperative impegnate nella “Rete dei borghi”:

1.     Anversa degli Abruzzi (340 abitanti): la cooperativa si occuperà di gestire l’emporio del paese, unico punto vendita e spazio per servizi alla popolazione. Gestirà i servizi turistici sostenibili, organizzerà itinerari e percorsi per turisti, permetterà loro di assistere alla lavorazione del formaggio oltre che alla gestione delle greggi.

2.     Prezza (952 abitanti): servizi ai cittadini e valorizzazione delle produzioni come la coltivazione del carciofo e della vite. Gestione delle risorse ambientali e culturali, sviluppo di servizi innovativi.

3.     Fontecchio (357 abitanti): molto dinamica nella ricostruzione post sisma. Il paese è stato ricostruito, ma è spopolato tanto che l’amministrazione comunale sta lavorando ad un progetto “casa bottega”, col quale offre casa e un locale per attività commerciale. La cooperativa Si occuperà della valorizzazione delle risorse forestali attraverso l’attivazione di un impianto a biomassa che riscalda la scuola.

4.     Santo Stefano Sessanio (113 abitanti): gravemente danneggiato dal sisma de L’Aquila il borgo è stato ricostruito. Il turismo è una leva importante per l’economia locale. Gli abitanti si sono organizzati per una serie di servizi al settore turistico e nella raccolta dei rifiuti, dell’umido che viene caricato a dorso di mulo tra i vicoli del borgo e riposto nelle compostiere. Inoltre c’è la volontà di sviluppare un centro unico culturale per lo sviluppo di attività legata alla valorizzazione di prodotti.

5.     Tollo (4.122 abitanti): il paese cooperativo per eccellenza. Terra del vino e paese delle cantine cooperative. Si occuperà di servizi assistenziali e sociali, artigianato, gestione del verde pubblico, locali e strutture pubbliche e sviluppo di servizi all’agricoltura.

6.     Collelongo (1.196 abitanti): è uno dei comuni dove l’orso si avvicina sempre di più ai centri abitati. La cooperativa intende sviluppare all’interno del complesso scolastico un centro multifunzionale per la formazione e trovare sinergie tra gli anziani e i più piccoli. Nel cortile della scuola la realizzazione di un orto sociale che andrà a sostenere la mensa scolastica. La cooperativa seguirà progetti di sviluppo anche per la gestione sostenibile del bosco e della filiera energetica, con la scuola riscaldata da un impianto a biomasse di origine forestale.

7.     Pizzoferrato (1.103 abitanti): la cooperativa AJAVDE' vuole valorizzare la patata e il fagiolo autoctono di Pizzoferrato, attraverso un punto vendita e la coltivazione. La cooperativa promuove il consumo dei prodotti locali presso tutte le strutture recettive del paese. Si occupa del piano neve e dei servizi di gestione di pulizia, dello sfalcio dell’erba e ha ambiziosi progetti per la gestione di un complesso turistico per lo sviluppo e la gestione sostenibile delle risorse forestali. Alla base del progetto di sviluppo locale c’è la vocazione di riportare a se i servizi di Pizzoferrato. Il primo atto è stato rappresentato dal progetto del Comune ha promosso la nascita di una stazione di carburante “PizzOil” autorifornita dagli stessi abitanti.

8.     Barrea (713 abitanti): già cooperativa di Comunità VallisRegis, impegnata nella gestione di un impianto fotovoltaico del paese intende gestire un albergo diffuso di proprietà del Comune per promuovere turismo sostenibile attraverso un programma di turismo esperienziale.

9.   Pescasseroli (2.212 abitanti): la cooperativa Castel del Mancino si occupa della gestione di uno chalet turistico e lavora per la valorizzazione del territorio attraverso la gestione di un’ex stazione ferroviaria per la promozione di prodotti e itinerari paesaggistici.

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