Passa ai contenuti principali

L’Italia del vino nei mercati emergenti: la strategia è il potenziamneto dell'internazionalizzazione

INDAGINE OSSERVATORIO PAESI TERZI: ITALIA SOLO QUARTA NEI MERCATI DEL FUTURO. NEI 19 PAESI EMERGENTI LA QUOTA DI MERCATO È ALL’11%, LA FRANCIA AL 33%.


È solo medaglia di legno per l’Italia del vino nei mercati emergenti, i più interessanti Paesi importatori di Sud-Est asiatico, Medio Oriente, ex Urss, America Latina e Africa, oggetto di un’analisi realizzata dall’Osservatorio Paesi terzi di Business Strategies e Nomisma Wine Monitor e rilasciata oggi a Vinitaly. 

Si tratta di Cina, Costa d’Avorio, Corea del Sud, Mozambico, Filippine, Nigeria, Malesia, Brasile, Tailandia, Messico, Taiwan, Ucraina, Vietnam, Bielorussia, Emirati Arabi, Kazakistan, Israele, Russia e Angola, 19 mercati che, complessivamente, nel 2016 hanno acquistato vino per 4,25mld di euro, aumentando la loro domanda del 298% sui valori del 2006.

Qui l’Italia ha esportato lo scorso anno 466mln di euro, posizionandosi al quarto posto tra i top exporter con una quota di mercato dell’11% (nello scenario del vino globale occupa il secondo posto con il 21%). Su ben altri livelli le quote della Francia, che con il 33% e 1,4mld di euro fa il triplo dell’Italia, seguita da Australia (15%, 620mln) e Cile (12%, 501mln). E la classifica non migliora se si guarda alle performance di crescita: il +373% italiano registrato negli ultimi dieci anni non tiene il passo con l’impennata della Nuova Zelanda (+921%) e dell’Australia (+881%), ma neanche con il ritmo di Sudafrica (+516%), Francia (+434%) e Cile (+379%).

Per Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies: “Per stare al passo con la nuova geografia dei mercati del vino l’Italia deve potenziare l’impegno per l’internazionalizzazione, con un approccio sinergico che coinvolga il trade e attivi partnership mirate, ma anche coinvolgendo le istituzioni per lo sviluppo di accordi bilaterali attraverso l’Ue. In questi mercati dove il vino italiano ancora è poco conosciuto le azioni di promozione sono imprescindibili e devono puntare su un brand ombrello capace di affermare tutti gli elementi chiave del made in Italy”.

“Al di là della leadership francese che figura a livello trasversale nel mondo – ha spiegato Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor –, nei mercati emergenti i vini dell’Emisfero Sud (Australia e Cile in primis) stanno crescendo di più di quelli italiani. Tra i fattori che li rendono più competitivi ci sono la maggior dimensione delle aziende esportatrici (fondamentale nei confronti degli operatori distributivi del mercato target), la notorietà dei vitigni (internazionali) e le facilitazioni all’ingresso determinate da accordi di libero scambio che nel caso del Cile permettono l’import a dazio zero per molti di questi paesi”.

Secondo i dati analizzati dall’Osservatorio, mentre l’Italia riesce a conquistarsi il primato solo nel mercato russo (29%) e ucraino (29%), il vino francese domina nel blocco medio-orientale (Israele e Emirati Arabi), in Nigeria, ma soprattutto in 4 dei 7 Paesi emergenti asiatici (Cina, Corea del Sud, Taiwan e Thailandia), dove la Cina esprime, da sola, il 50% della domanda di vino complessiva dei 19 Paesi (+1856% negli ultimi 10 anni). Sempre sul fronte della domanda, sono ben 14 su 19 i Paesi cresciuti in tripla cifra. Tra questi troviamo Thalandia (+244%), Malesia (+234%), Emirati Arabi (+219%) e Taiwan (164%), ma anche Russia (+110%), Brasile (+130%) e Messico (+113%).

Business Strategies è una società fiorentina impegnata in percorsi di sviluppo delle piccole e medie imprese dei settori dell’agroalimentare e del lusso made in Italy sui mercati esteri. Le 500 aziende enologiche assistite da Business Strategies, che rappresentano tutte le regioni italiane, producono complessivamente oltre 100 milioni di bottiglie all’anno e esportano il 70% nei principali mercati stranieri.

Commenti

Post popolari in questo blog

Lotta agli insetti alieni, Lycorma delicatula: un nuovo flagello della viticoltura mondiale. Uno studio indaga su comportamento e dispersione nell'ambiente

Uno nuovo studio statunitense per contrastare l'avanzata di un nascente insetto alieno candidato a diventare il nuovo flagello della viticoltura mondiale. Si tratta della Lycorma delicatula, un insetto dall'aspetto simile alla coccinella ma che a differenza di questa provoca danni consistenti ai vigneti. La Lanterna macchiata, così come viene chiamata dagli agricoltori, si è diffusa per la prima volta in Corea anche se originaria della Cina e ha già raggiunto, infestandoli, i vigneti della Pennsylvania. La lotta agli insetti alieni non permette soste, la ricerca si sta muovendo velocemente nel contrastare un nuovo flagello destinato a mettere sotto scacco la viticoltura mondiale. Si tratta della Lycorma delicatula, un insetto dall'aspetto simile alla coccinella, gli agricoltori la chiamano Lanterna macchiata, in inglese Spotted Lanternfly. Si è diffusa per la prima volta in Corea anche se è originaria della Cina. Nel 2014 ha raggiunto i vigneti della contea di Berks, in Pen

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece

Scienza, sviluppato dispositivo per misurare il metanolo nel vino

Ricercatori svizzeri hanno sviluppato un dispositivo economico che rileva basse concentrazioni di metanolo nel vino. La nuova tecnologia può essere utilizzata sia da i consumatori che dai produttori ed è in grado di rilevare valori di metanolo in soli due minuti. Perdita di coscienza fino al coma, disturbi visivi fino alla cecità, acidosi metabolica. Sono i segni caratteristici dell’intossicazione da alcool metilico o metanolo. In piccolissime percentuali, l’alcool metilico, è un componente naturale del vino ma che se aumentato dolosamente, provoca danni permanenti, portando anche alla morte. E' bene ricordare che più di trent'anni fa e purtroppo proprio in Italia, si verificò il più grave scandalo nel settore del vino. Si tratta del triste episodio del "vino al metanolo" che nel marzo 1986 provocò 23 vittime e lesioni gravissime a decine di persone come la perdita della vista. Al quel particolare vino erano state aggiunte dosi elevatissime di metanolo per