Viticoltura&Sostenibilità. Prosecco Superiore DOCG: con aggiornamento Protocollo Viticolo addio al diserbo chimico
La nuova edizione del Protocollo Viticolo, strumento che il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG adotta dal 2011 per la gestione sempre più sostenibile del vigneto, anticipa la normativa UE e sollecita con forza gli agricoltori ad abbandonare il diserbo chimico.
E' un “patto con la terra” quello che il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG stringe sempre con più forza, e lo fa nel nome della sostenibilità ambientale, valore imprescindibile che ne contraddistingue il marchio. Da anni il Consorzio vieta infatti Folpet e Mancozeb, ed ora mette al bando il diserbo chimico. Perché la viticoltura comincia con la gestione del suolo. Il suolo quindi come punto di partenza di un percorso verso una viticoltura sempre più sostenibile la cui misura è la cifra della qualità del vino.
Il Consorzio anticipa i contenuti del Protocollo Viticolo 2017 e come di consueto concerta con le amministrazioni un’azione comune in difesa del proprio territorio. L’aggiornamento 2017 indica ai viticoltori la strada della lavorazione del suolo quale miglior strategia per la cura della salute del vigneto.
Il Protocollo Viticolo del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore è stato assunto nel corso di questi anni come regolamento comunale da parte di 13 amministrazioni su 15 della Denominazione. Questo evidenzia la capacità di concertazione, di “fare sistema” e la validità delle azioni intraprese dal Consorzio sul fronte della tutela dell’ambiente e del territorio.
Tradizionalmente il Protocollo Viticolo, pubblicato dal Consorzio la prima volta sette anni fa (nel 2011), è un documento che precorre i tempi, anticipando con le proprie direttive ai consorziati, l’attuazione legislativa del complesso impianto normativo europeo e nazionale circa l’uso di agrofarmaci.
“Nell’edizione 2017 del nostro Protocollo Viticolo non comparirà più la tabella dei prodotti dedicati al diserbo, perché la strada che vogliamo indicare per la gestione del vigneto è quella della lavorazione integrale del suolo” afferma Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. “Siamo orgogliosi del laborioso percorso che abbiamo intrapreso in ambito di sostenibilità ambientale con il Protocollo Viticolo. Si tratta di un lavoro che è stato amplificato dalla collaborazione di numerosi enti locali, che hanno integrato i contenuti del nostro Protocollo nei loro regolamenti comunali. Segno quest’ultimo di un’efficace sintonia del sistema territoriale locale”. Il Presidente Nardi chiude sottolineando “Quest’anno il tema dell’uso di sostanze chimiche, in particolare quelle a base di glifosate, è ineluttabile. L’Unione Europea li metterà definitivamente al bando entro il 2018 e i comuni dell’area di Conegliano ne vietano l’uso. Questo ci dà ulteriore conferma che la strada di progressiva tutela del territorio, imboccata anni fa, ricordiamo che la DOCG vieta l’uso del Folpet e del Mancozeb già dal 2013, sia quella corretta, sia da un punto di vista agronomico che da un punto di vista di tutela ambientale”.
Il documento oltre a eliminare completamente gli agenti chimici un tempo indicati spiega nel dettaglio quali pratiche agronomiche si possono utilizzare in vigneto per ottenere risultati altrettanto soddisfacenti se non addirittura migliori. Per quanto riguarda le aree più pianeggianti, in particolare, si indica di procedere con le lavorazioni del sottofila utilizzando attrezzi specifici tipo scalzonatori o rincalzatori a dischi o con piccoli aratri.
Questo consente sia di eliminare le malerbe che di interrare il concime (letame maturo o derivati) a circa 15 cm di profondità. Inoltre sono consigliate pratiche di inerbimento e sovescio per conservare e arricchire il suolo anche di sostanza organica e proteggerlo da infestanti. Mentre per quanto riguarda le aree collinari si procederà allo sfalcio e al ricorso a strumenti alternativi come la pacciamatura organica.
Il Protocollo Viticolo 2017 è stato elaborato con la collaborazione del CREA e di ARPAV. Il lavoro svolto e i risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti: 13 su 15 Comuni della Denominazione hanno adottato le indicazioni date dal Protocollo viticolo del Consorzio rendendole regolamento comunale. E i fatti dicono che ancora una volta queste non sono solo parole o buone intenzioni.
Il Protocollo viticolo avviato sette anni fa è uno strumento condiviso ogni anno con tutti i produttori, e che rappresenta un programma concreto e consolidato di medio periodo: la prima edizione risale al 2011. Il suo studio e il suo sviluppo in campo avvengono di concerto tra l’area tecnica del Consorzio e dei consorziati, così come con i Comuni, le ASL del territorio, l’Arpav ed esperti agronomi. Questo coinvolgimento concreto è la conferma che il Protocollo è un elemento di sistema fattuale sul nostro territorio e non una mera dichiarazione di buona volontà. Il lavoro svolto e i risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti: 13 su 15 Comuni della Denominazione hanno adottato le indicazioni date dal Protocollo viticolo del Consorzio rendendole regolamento comunale. E i fatti ci dicono che l’uso del Folpet e del Mancozeb è stato vietato già nell’edizione del Protocollo del 2013. Ancora una volta queste non sono solo parole o buone intenzioni. Non è a caso che il Protocollo viticolo è stato preso a modello da altri noti consorzi italiani: un riconoscimento di cui possiamo e dobbiamo essere orgogliosi. Il percorso di sostenibilità del Consorzio procede passo dopo passo, ma l’incedere è sicuro e concreto, senza tentennamenti e senza dichiarazioni d’intenti. E, soprattutto, senza passi indietro. Ora anche il Consorzio del Prosecco Doc sembrerebbe intenzionato ad avviare un progetto di sostenibilità, seguendo così la strada che il Prosecco Superiore DOCG ha tracciato sin dal 2011.
E' un “patto con la terra” quello che il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG stringe sempre con più forza, e lo fa nel nome della sostenibilità ambientale, valore imprescindibile che ne contraddistingue il marchio. Da anni il Consorzio vieta infatti Folpet e Mancozeb, ed ora mette al bando il diserbo chimico. Perché la viticoltura comincia con la gestione del suolo. Il suolo quindi come punto di partenza di un percorso verso una viticoltura sempre più sostenibile la cui misura è la cifra della qualità del vino.
Il Consorzio anticipa i contenuti del Protocollo Viticolo 2017 e come di consueto concerta con le amministrazioni un’azione comune in difesa del proprio territorio. L’aggiornamento 2017 indica ai viticoltori la strada della lavorazione del suolo quale miglior strategia per la cura della salute del vigneto.
Il Protocollo Viticolo del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore è stato assunto nel corso di questi anni come regolamento comunale da parte di 13 amministrazioni su 15 della Denominazione. Questo evidenzia la capacità di concertazione, di “fare sistema” e la validità delle azioni intraprese dal Consorzio sul fronte della tutela dell’ambiente e del territorio.
Tradizionalmente il Protocollo Viticolo, pubblicato dal Consorzio la prima volta sette anni fa (nel 2011), è un documento che precorre i tempi, anticipando con le proprie direttive ai consorziati, l’attuazione legislativa del complesso impianto normativo europeo e nazionale circa l’uso di agrofarmaci.
“Nell’edizione 2017 del nostro Protocollo Viticolo non comparirà più la tabella dei prodotti dedicati al diserbo, perché la strada che vogliamo indicare per la gestione del vigneto è quella della lavorazione integrale del suolo” afferma Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. “Siamo orgogliosi del laborioso percorso che abbiamo intrapreso in ambito di sostenibilità ambientale con il Protocollo Viticolo. Si tratta di un lavoro che è stato amplificato dalla collaborazione di numerosi enti locali, che hanno integrato i contenuti del nostro Protocollo nei loro regolamenti comunali. Segno quest’ultimo di un’efficace sintonia del sistema territoriale locale”. Il Presidente Nardi chiude sottolineando “Quest’anno il tema dell’uso di sostanze chimiche, in particolare quelle a base di glifosate, è ineluttabile. L’Unione Europea li metterà definitivamente al bando entro il 2018 e i comuni dell’area di Conegliano ne vietano l’uso. Questo ci dà ulteriore conferma che la strada di progressiva tutela del territorio, imboccata anni fa, ricordiamo che la DOCG vieta l’uso del Folpet e del Mancozeb già dal 2013, sia quella corretta, sia da un punto di vista agronomico che da un punto di vista di tutela ambientale”.
Il documento oltre a eliminare completamente gli agenti chimici un tempo indicati spiega nel dettaglio quali pratiche agronomiche si possono utilizzare in vigneto per ottenere risultati altrettanto soddisfacenti se non addirittura migliori. Per quanto riguarda le aree più pianeggianti, in particolare, si indica di procedere con le lavorazioni del sottofila utilizzando attrezzi specifici tipo scalzonatori o rincalzatori a dischi o con piccoli aratri.
Questo consente sia di eliminare le malerbe che di interrare il concime (letame maturo o derivati) a circa 15 cm di profondità. Inoltre sono consigliate pratiche di inerbimento e sovescio per conservare e arricchire il suolo anche di sostanza organica e proteggerlo da infestanti. Mentre per quanto riguarda le aree collinari si procederà allo sfalcio e al ricorso a strumenti alternativi come la pacciamatura organica.
Il Protocollo Viticolo 2017 è stato elaborato con la collaborazione del CREA e di ARPAV. Il lavoro svolto e i risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti: 13 su 15 Comuni della Denominazione hanno adottato le indicazioni date dal Protocollo viticolo del Consorzio rendendole regolamento comunale. E i fatti dicono che ancora una volta queste non sono solo parole o buone intenzioni.
Il Protocollo viticolo avviato sette anni fa è uno strumento condiviso ogni anno con tutti i produttori, e che rappresenta un programma concreto e consolidato di medio periodo: la prima edizione risale al 2011. Il suo studio e il suo sviluppo in campo avvengono di concerto tra l’area tecnica del Consorzio e dei consorziati, così come con i Comuni, le ASL del territorio, l’Arpav ed esperti agronomi. Questo coinvolgimento concreto è la conferma che il Protocollo è un elemento di sistema fattuale sul nostro territorio e non una mera dichiarazione di buona volontà. Il lavoro svolto e i risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti: 13 su 15 Comuni della Denominazione hanno adottato le indicazioni date dal Protocollo viticolo del Consorzio rendendole regolamento comunale. E i fatti ci dicono che l’uso del Folpet e del Mancozeb è stato vietato già nell’edizione del Protocollo del 2013. Ancora una volta queste non sono solo parole o buone intenzioni. Non è a caso che il Protocollo viticolo è stato preso a modello da altri noti consorzi italiani: un riconoscimento di cui possiamo e dobbiamo essere orgogliosi. Il percorso di sostenibilità del Consorzio procede passo dopo passo, ma l’incedere è sicuro e concreto, senza tentennamenti e senza dichiarazioni d’intenti. E, soprattutto, senza passi indietro. Ora anche il Consorzio del Prosecco Doc sembrerebbe intenzionato ad avviare un progetto di sostenibilità, seguendo così la strada che il Prosecco Superiore DOCG ha tracciato sin dal 2011.
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