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Prosecco. Valorizzare il territorio e ridurre l’impatto ambientale, così il produttore sceglie la strada della sostenibilità

Un percorso virtuoso dal vigneto alla bottiglia: ecco il nuovo progetto di sostenibilità ambientale della Cantina Bortolomiol.

Crescita record e boom di esportazioni: è il fenomeno prosecco, sempre più alla ribalta e vero e proprio traino dell'intero comparto enoico italiano. Ma gli obiettivi del vino non possono essere solo successo e profitto. Oggi per essere ancora più competitivi sul mercato bisogna investire in sostenibilità. E questo i produttori iniziano a comprenderlo.

E' il caso della Cantina Bortiomol, storica griffe del Prosecco, che in questi ultimi 10 anni ha adottato comportamenti e strategie atte a preservare il territorio attraverso una condotta ecosostenibile, credendo fermamente nel grande valore della denominazione DOCG del Prosecco Superiore di Valdobbiadene, nel dna di questo terroir e nell’importanza di investire costantemente nello sviluppo e nella ricerca.

Fondata negli anni Quaranta, la cantina Bortiomol è da sempre considerata un punto di riferimento nel panorama del Prosecco, con una tradizione familiare che risale addirittura al 1760. Per contribuire alla crescita e allo sviluppo di un Distretto Biologico nel cuore della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, oggi territorio candidato a patrimonio UNESCO, nel 2008 è stata avviata la conversione dei vigneti e l'istituzione del progetto Green Mark: un protocollo interno nato nel 2011 che, attraverso una serie di indicazioni e tecniche a cui i conferitori scelgono di attenersi, mira al miglioramento della gestione dei vigneti e delle uve con il minimo impatto ambientale e un approccio sempre più ecosostenibile.

Un rigido ed innovativo insieme di regole sviluppato sulla base del disciplinare del Consorzio di Tutela , a cui hanno aderito i conferitori di uve all'azienda e che consiste nell’adozione di una serie di pratiche agronomiche che minimizzano l’uso di prodotti chimici di sintesi. Un metodo di coltivazione che coinvolge non solo la difesa fitosanitaria con rame e zolfo, ma anche le scelte d’impianto, la potatura, la lavorazione del suolo, la gestione della chioma e così via fino alla vendemmia. 

Questo rigido processo produttivo si realizza con una presenza continua in vigneto al fine di osservare e monitorare l’andamento dei cicli naturali della vite e delle avversità. All’interno di un progetto iniziato anni fa, Bortolomiol ha voluto inoltre tutelare la biodiversità del vitigno Glera attraverso la salvaguardia, lo studio ed il ripristino di materiale genetico di vecchi ceppi di vite autoctoni dell’area del Conegliano-Valdobbiadene, recuperando le piante più stabili - di oltre sessant’anni - capaci di portare ad un miglioramento della qualità e della produttività del vigneto. In questo modo, i conferitori possono piantare delle barbatelle nei vigneti provenienti da piante autoctone, in grado di garantire una varietà genetica che risponda meglio alle varie annate.

Ed oggi, come ha dichiarato la stessa Elvira Bortolomiol a capo dell'azienda, la cantina fa un ulteriore passo avanti attraverso la collaborazione con Indaco2 srl, società spin-off dell’Università di Siena, specializzata nel monitoraggio delle filiere produttive tramite indicatori di sostenibilità che è stata incaricata di elaborare un’analisi del ciclo di vita (LCA) di due etichette di Valdobbiadene DOCG Prosecco, con l’obiettivo di individuare azioni di mitigazione e compensazione degli impatti sulla base di dati certi e criteri scientifici.

La Life Cycle Assessment LCA è la metodologia che individua le principali implicazioni ambientali delle filiere vitivinicole rispetto ad una serie di problematiche. Tra le categorie di impatto che saranno considerate, sarà rivolta particolare attenzione al fenomeno del riscaldamento globale (Global Warming Potential) a partire dal monitoraggio della cosiddetta Impronta Carbonica (Carbon Footprint) del Prosecco DOCG, ovvero della quantità di gas serra emessi in atmosfera per la sua produzione. La LCA è un metodo consolidato, normato dagli standard ISO14040-44 e riconosciuto a livello internazionale.

E' stato quindi studiato ed analizzato il ciclo di vita di due produzioni dell'azienda e precisamente la Grande Cuvée del Fondatore Motus Vitae Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene DOCG Rive di San Pietro di Barbozza e lo Ius Naturae Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene DOCG Biologico - che nasce da un vigneto sito nel cuore di Valdobbiadene, all’interno del Parco della Filandetta -, considerando l’insieme degli impatti potenziali generati nei vari processi: dalla gestione del vigneto alla vinificazione in cantina e spumantizzazione, fino all’imbottigliamento e al trattamento di fine vita dei materiali di confezionamento.

Dal rilevamento di questi dati è emerso che la misurazione dell’emissione della Carbon Footprint, ovvero della quantità di gas serra emessi in atmosfera per la produzione delle due referenze, viene ampiamente compensata da un terreno boschivo di oltre tre ettari che la famiglia Bortolomiol possiede nei pressi del Monte Cesen, che protegge dai venti provenienti da nord le colline di Valdobbiadene.

Il bosco diventa così parte integrante della valorizzazione ambientale: un elemento che non è più solo statico e immobile, ma che è vivo e contribuisce attivamente al progetto di sostenibilità. La valorizzazione ambientale rimane un asset fondamentale per Bortolomiol, un processo che ha avuto un inizio ma è ancora in corso d’opera, che viene alimentato ogni anno attraverso costanti investimenti di ricerca e tecnologia. Un impegno, che è anche promessa che l'azienda si assume ogni giorno con l’obiettivo di lasciare un territorio più pulito e green alle prossime generazioni.

Da segnalare che dal 2016 la cantina Bortolomiol si avvale della preziosa collaborazione del noto winemaker Roberto Cipresso, che guida il team di enologi verso un importante cambiamento di viticoltura sempre più sostenibile.

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