Dopo il “Piano Regolatore del Vino” un nuovo strumento di pianificazione al servizio di Comuni, borghi e territori a vocazione enogastronomica.
Il cibo e l’agricoltura diventano materia per urbanisti, architetti e sociologi dell’ambiente. Le prime iniziative a Toronto e Calgary in Canada e in Regno Unito a Bristol
Città e campagna saranno più vicine e più integrate con l’Urban Food Planning, un nuovo strumento di pianificazione e riorganizzazione dei territori a vocazione enogastronomica. Questo filone dell’urbanistica e della gestione ambientale muove i primi passi in Italia grazie a un ambizioso progetto dell’Associazione Nazionale Città del Vino.
Un progetto che rappresenta la naturale evoluzione dei Piani Regolatori del Vino. L’Urban Food Planning è infatti la nuova frontiera dello sviluppo sostenibile di città e aree metropolitane, un programma complesso che parte da valutazioni semplici e quotidiane: il cibo, al centro della nostra vita, ha evidenti connessioni con l’ambiente e il paesaggio, pone questioni di democrazia alimentare, problemi per i Paesi ricchi (es. diabete e obesità), costi occulti per il sistema sanitario ed è volano per le economie locali ma anche motivo di viaggio e scoperta dei territori.
Sulla base di tali implicazioni le Città del Vino stanno promuovendo tra i 407 Comuni associati questo innovativo strumento di programmazione urbanistica e rurale che mette l’agricoltura al centro del futuro.
Ambrogio Lorenzetti, Effetti del Buon Governo in città e in campagna, 1338-1339, affresco, Siena, Palazzo Pubblico |
Città e campagna saranno più vicine e più integrate con l’Urban Food Planning, un nuovo strumento di pianificazione e riorganizzazione dei territori a vocazione enogastronomica. Questo filone dell’urbanistica e della gestione ambientale muove i primi passi in Italia grazie a un ambizioso progetto dell’Associazione Nazionale Città del Vino.
Un progetto che rappresenta la naturale evoluzione dei Piani Regolatori del Vino. L’Urban Food Planning è infatti la nuova frontiera dello sviluppo sostenibile di città e aree metropolitane, un programma complesso che parte da valutazioni semplici e quotidiane: il cibo, al centro della nostra vita, ha evidenti connessioni con l’ambiente e il paesaggio, pone questioni di democrazia alimentare, problemi per i Paesi ricchi (es. diabete e obesità), costi occulti per il sistema sanitario ed è volano per le economie locali ma anche motivo di viaggio e scoperta dei territori.
Sulla base di tali implicazioni le Città del Vino stanno promuovendo tra i 407 Comuni associati questo innovativo strumento di programmazione urbanistica e rurale che mette l’agricoltura al centro del futuro.
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