Food Travel Monitor: cresce il turismo del gusto
Roberta Garibaldi, ambasciatore italiano della WFTA, ha supervisionato l’indagine per l’Italia.
Italia, prima meta golosa del mondo. Lo rivela il “Food
Travel Monitor 2016”, il più importante studio internazionale sul tema turismo
enogastronomico presentato dalla World Food Travel Association.
Il presente studio condotto dalla World Food Travel
Association (WFTA) è considerato il più completo rapporto sul Turismo
Enogastronomico Mondiale. La ricerca ha coinvolto 11 Paesi in tutto il mondo e ha
fornito importanti e dettagliate informazioni che permetteranno una maggiore
comprensione del comportamento e delle motivazioni dei turisti enogastronomici fornendo
uno strumento utile per gli operatori del settore.
Nel nostro Paese l’importanza strategica del comparto
enogastronomico, quale segmento di turismo, è andata progressivamente crescendo
nel corso degli anni, divenendo la motivazione principale dello spostamento di
turisti alla ricerca non solo della conoscenza del prodotto ma anche del
territorio di produzione. Un fenomeno quello del Food&Travel che
rappresenta uno dei settori più dinamici e creativi in Italia e nel mondo.
Roberta Garibaldi - Direttore del CeSTIT - Centro Studi per
il Turismo dell'Università di Bergamo e Ambassador per l'Italia della WFTA - ha
esposto i risultati della sezione italiana della ricerca, che lei stessa ha
coordinato analizzando alcuni degli aspetti più significativi sul profilo del turista
enogastronomico italiano, la sua definizione e rilevanza nel mercato del turismo
mondiale, le motivazioni che lo spingono nella scelta delle destinazioni; il suo
profilo psicoculinario e gli aspetti ed impatti sociali che derivano, l'importanza
del food come motivo di soddisfazione al fine di ritornare in una località,
recensirla e promuoverla presso i propri conoscenti.
Undici i Paesi coinvolti nella ricerca: Italia, Francia,
Germania, Irlanda, Regno Unito, Spagna, Australia, Cina, India, Messico e Stati
Uniti. Ne è emerso che è proprio il nostro Paese, insieme a Francia e Giappone,
ad essere considerato per tutti vera e propria “Mecca” dei golosi. Ma veniamo nel dettaglio.
Il 49% dei turisti internazionali
sono mossi dalla gola: scelgono la destinazione non più, e non solo, in base al
luogo ma per quello che là si può assaggiare. Si delinea così sempre più un
“turismo di esperienze” e quella gourmand (cibo, vino e sempre più birra),
supera di fatto la motivazione culturale.
Ben il 93% dei viaggiatori, durante le vacanze, ha visitato
una cantina o una fattoria, ha visto all’opera un casaro o un mastro birraio,
ha venerato i grandi chef negli showcooking dei festival o ha assaltato un food
truck a caccia di street food.
La Cina, immenso bacino di potenziali nuovi food traveller, indica
il nostro Paese come unica meta enogastronomica al di fuori dell’Oriente,
mentre per gli Stati Uniti, l’Italia è la sola destinazione estera citata dagli
intervistati. Si conferma al primo posto anche per i tedeschi, che addirittura
segnalano a parte la Toscana (4° posto) e Roma (10° posto) come mete
enogastronomiche d’eccellenza.
In evidenza nella ricerca si pone la generazione dei
Millennials: il ben 52% di loro infatti si dichiara un viaggiatore del gusto,
più delle altre fasce d’età. E considerato che nelle loro mani c’è sempre uno
smarthphone, la promozione turistica dovrà servirsi sempre più del passaparola
generato dai social.
Il fenomeno del food travel andrà a rafforzarsi nei prossimi
anni perché particolarmente interessati all’elemento cibo sono proprio i
giovani Millennials e gli abitanti di Paesi come Cina e India, i grandi turisti
di domani, ha dichiarato Roberta Garibaldi. Il viaggiatore Food&Beverage è
inoltre ad alto valore aggiunto, con una propensione alla spesa più alta: sia
per la spesa in food&wine durante il viaggio, sia perché tende a
partecipare ad altre attività culturali quando viaggia, sia perché acquista
volentieri prodotti tipici da riportare a casa dopo il viaggio. Particolarmente significativo in Italia infine è il crescere dell’interesse, negli
ultimi anni, per lo street food, grazie ai sempre più numerosi Foodtruck
Festival in giro per la Penisola. Analogamente in crescita sono le visite ad
aziende e mercati agricoli, sinonimo di un’attenzione sempre maggiore verso la
provenienza e la qualità del cibo.
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