Il progetto per il futuro della denominazione Lugana: selezione clonale della varietà Turbiana
Degustazione di 15 vini damicrovinificazioni di 15 presunti cloni di Turbiana
di Claudio Serraiotto
Il Disciplinare del vino Lugana prevede l’obbligo di utilizzare la varietà trebbiano di soave localmente denominato Turbiana o Trebbiano di Lugana, consorzio lugana disciplinare o come già scritto in precedenti articoli su questo blog a cui si rimanda.
Il progetto nasce a seguito della grande richiesta sul mercato, conseguente al trend positivo del vino Lugana, per soddisfare la necessità di reperire e mettere a disposizione dei viticoltori più cloni di Turbiana, originati nel territorio, a seguito di recuperi dei patrimoni genetici di vecchie piante individuate localmente in vecchi vigneti indagati dal 2009 al 2011 nel territorio del Lugana.
Da questo recupero sono stati originati circa 80 cloni presunti. Sono state messe a dimora circa 30 piante per ogni presunto cloni nel campo di confronto clonale.
Dalla vendemmia 2014, non certo una annata eccezionale, sono state ricavate 17 microvinificazioni monoclonali, relative alle piante già produttive. Dalla vendemmia 2015 saranno state tratte 35 microvinificazioni.
Il lavoro prevede che si facciano due anni di studio, sui risultati provenienti dalle vendemmie 2015/2016, (mentre quelli raccolti sulle microvinificazioni degli anni 2014 servono per una prima raccolta dati) in attesa della omologazione.
I criteri di scelta verranno decisi dalla linea strategica del Consorzio, a scrematura. Presumibilmente si arriverà all’omologazione di 3 cloni, entro il 2018, che si aggiungeranno ai pochi presenti sul mercato, originati nel territorio, in particolare nell’Azienda Vivaistica, Zenato, Le Morette. Rimarrà comunque una ulteriore collezione di presunti cloni a cui attingere in futuro, sperando in un rinvio della realizzazione della Tav, visto che il terreno di messa a dimora delle piante ne è coinvolto.
Da questo recupero sono stati originati circa 80 cloni presunti. Sono state messe a dimora circa 30 piante per ogni presunto cloni nel campo di confronto clonale.
Dalla vendemmia 2014, non certo una annata eccezionale, sono state ricavate 17 microvinificazioni monoclonali, relative alle piante già produttive. Dalla vendemmia 2015 saranno state tratte 35 microvinificazioni.
Il lavoro prevede che si facciano due anni di studio, sui risultati provenienti dalle vendemmie 2015/2016, (mentre quelli raccolti sulle microvinificazioni degli anni 2014 servono per una prima raccolta dati) in attesa della omologazione.
I criteri di scelta verranno decisi dalla linea strategica del Consorzio, a scrematura. Presumibilmente si arriverà all’omologazione di 3 cloni, entro il 2018, che si aggiungeranno ai pochi presenti sul mercato, originati nel territorio, in particolare nell’Azienda Vivaistica, Zenato, Le Morette. Rimarrà comunque una ulteriore collezione di presunti cloni a cui attingere in futuro, sperando in un rinvio della realizzazione della Tav, visto che il terreno di messa a dimora delle piante ne è coinvolto.
Evento di oggi è la seconda degustazione delle 17 microvinificazioni del 2014, il prossimo appuntamento sarà all'inizio 2016, per degustare le 35 microvinificazioni vendemmia 2015.
L’impressione che ne ho tratto è quella di aver degustato cloni la maggior parte dei quali ben esprimono le caratteristiche varietali del Lugana, in particolare le sensazioni olfattive e gustolfattive di agrumato, di frutta fresca e matura, di ammandorlato, di mineralità, con spiccate percezioni che evocano il salmastro in alcuni campioni.
L’impressione che ne ho tratto è quella di aver degustato cloni la maggior parte dei quali ben esprimono le caratteristiche varietali del Lugana, in particolare le sensazioni olfattive e gustolfattive di agrumato, di frutta fresca e matura, di ammandorlato, di mineralità, con spiccate percezioni che evocano il salmastro in alcuni campioni.
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