Sciacchetrail, di corsa alle Cinque Terre
Appuntamento il 29 marzo nei luoghi patrimonio Unesco. Una grande festa e anche un restyling dei sentieri
Il nome Sciacchetrail è l'unione delle parole Sciacchetrà e Trail: il vino passito che qui si produce e la corsa in natura. Un percorso per recuperare l'anima di questo territorio, esaltare la fatica come momento di ricerca, di analisi e di unione. L’evento è fissato per il 29 marzo. Il tracciato di gara non è da tutti, per gli aspetti tecnici: un anello che parte e arriva a Monterosso unendo i 5 borghi ed i rispettivi santuari attraverso 47 km di sentieri sterrati con 3000 metri di dislivello. Sciacchetrail è scelto dal Parco per inaugurare la nuova segnaletica della rete sentieristica delle Cinque Terre. Il 28 si svolgerà il Festival dello Sciacchetrà: degustazioni guidate, musica, incontri e tanto altro
Una gara, un vino, un territorio e la sua gente.
Il trail ovvero la corsa in natura è il modo più autentico di godere della bellezza della natura e, allo stesso tempo, il fascino dell'avventura. Vivere un'esperienza trail significa, tra l'altro, percorrere chilometri e chilometri in solitudine, che ti aiutano a crescere interiormente. Una nuova dimensione della corsa in quanto nel trail entra in gioco la variabile infinita della natura. Correre lungo le antiche mulattiere ci riconduce alle origini dei vari territori, ci fa viaggiare nell'economia e nella storia. Riscoprire con la fatica tutto questo ha anche un valore morale che ci riporta nel reale fuori dalle bolle finanziarie e tecnologiche dove ci stiamo perdendo.Lo sviluppo del trail running è stato in questi anni incentivato anche dai territori che hanno capito che questa disciplina porta un turismo sensibile alle tematiche ambientali e alla sua sostenibilità. Non secondario resta l'aspetto economico che una manifestazione di trail running è in grado di generare, con la possibilità di de-stagionalizzare parte di flussi, avvicinando al contempo un turismo più attento al territorio, alla ristorazione locale ed alla ospitalità.
Un vino
Lo Sciacchetrà è un vino passito, dolce e liquoroso, prodotto nelle
Cinque Terre dalle uve dei vitigni Bosco, Albarola e Vermentino. Se l’origine del nome sembra avvolta nel mistero – per alcuni deriva dal
termine semitico "shekar" col quale, nella Palestina di 3.000 anni fa,
venivano definite le bevande fermentate, per altri dal verbo dialettale
"sciacàa", ossia "schiacciare", utilizzato in questo caso per indicare
l'operazione di pigiatura dell'uva – certo è che il pregiato vino è
divenuto l’emblema per eccellenza delle Cinque Terre.
Un profumo fruttato, floreale, che ricorda le essenze della macchia
mediterranea: sentori di frutta secca, confettura d’albicocca, pesca
gialla e vaniglia, miele di castagno e spezie.
Un colore caldo e intenso: dal giallo dorato all’ambra, tendente al
topazio. Un sapore dolce, ma mai stucchevole, caldo, di buon corpo,
vellutato e suadente, ben equilibrato, da una piacevole e lievissima
tannicità.
Con una resa media di 25 litri per quintale d’uva – gli acini sono
lasciati appassire al sole sino a novembre e vengono poi sgranati a mano
per selezionare solo i migliori – e un’elevatissima qualità garantita
dalla Denominazione di Origine Controllata (DOC dal 1973 come la
tipologia secca), lo Sciacchetrà è un prodotto di nicchia che può
evolvere per dieci, venti e anche trent’anni.
Un vino amato da poeti e letterati. Ne parlarono Plinio, Boccaccia e
Petrarca. Giosuè Carducci lo descrisse come “l'essenza di tutte le
ebbrezze dionisiache”, Giovanni Pascoli ne richiese l'invio di poche
bottiglie "in nome della letteratura italiana", Gabriele D'annunzio lo
descrisse come "profondamente sensuale".
Comprendere fino in fondo un vino come lo Sciacchetrà significa, non
solo assaporarne le qualità organolettiche ma anche apprezzarne tutto il
bagaglio di conoscenze tradizionali legate alla cultura della terra.
Vuol dire bere un vino in grado di ribadire ad ogni sorso una storia che
parla del rapporto secolare e talvolta controverso tra l'uomo e la
natura.
Un territorio e la sua gente
Anni fa la Cantina Sociale lanciò una campagna promozionale con lo slogan "un territorio, un vino". Le Cinque Terre non erano ancora una meta turistica del turismo internazionale. Il Parco Nazionale non esisteva. Il futuro era trovarsi un lavoro fuori dai nostri paesi. Tutto è cambiato molto velocemente e si è assistito a qualcosa di
incredibile: la società agricola è diventata in meno di 10 anni
un'economia turistica che fa da traino a tutta la provincia spezzina.
Un cambio così repentino non poteva essere indolore. La dinamicità
sociale di un nuovo sistema economico ha creato fratture all'interno
delle Comunità e sta acuendo e modificando i rapporti tra i sempre meno
residenti ed il crescente numero di turisti.
I flussi turistici hanno arricchito quasi esclusivamente alcuni settori
produttivi lasciando un ruolo marginale proprio al settore agricolo,
settore che è l'architrave del sistema ambientale del territorio delle
Cinque Terre, inteso sia in termini storico-sociale che in termini
agricolo-ambientale. Risulta necessaria un'azione culturale che rimetta al centro la
produzione agricola e il ruolo del settore primario, ritrasferendo
risorse dal comparto turistico a quello agricolo.
Informazioni dettagliate su Sciacchetrail all'indirizzo: www.sciacchetrail.com/
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