Come diventare agricoltori in 10 mosse
Lavorare la terra e riuscire ad ottenere un reddito soddisfacente sembra una favola, un ricordo ormai sbiadito legato alla civiltà contadina dei nostri nonni. Sbagliato: con la crisi economica e finanziaria, con un tasso di disoccupazione nazionale vicino al 40%, pensare alla terra come a una forma di investimento con cui proteggere il proprio denaro e con cui creare opportunità di lavoro alternative può essere una strategia perfetta per affrontare questi tempi difficili. Per sapere da che parte cominciare, Coldiretti Giovane Impresa ha elaborato un decalogo per insegnare ai giovani e non come aprire un'azienda agricola in dieci mosse: tante idee, confronto, business plan, burocrazia. Ecco come cambiare il proprio futuro grazie alla terra
1) Avere un’ “idea” d’impresa intorno alla quale sviluppare
un progetto di sviluppo. Avere un’idea di impresa agricola significa
individuare che tipo di “imprenditore agricolo” si vuole essere o
diventare: imprenditore agricolo più “tradizionale” (produzione in un
specifico comparto) o più “innovativo” e “diversificato” sfruttando, a
10 anni (18 maggio 2001/2011) dalla sua introduzione, le opportunità
offerte dalla legge di orientamento in agricoltura. Inoltre, avere
un’idea di impresa significa valutare quali leve strategiche si
intendono attivare: innovazione, vendita diretta, reti, territorio,
qualità, agroenergie, agriturismo, fattoria didattica.
2) Analisi delle caratteristiche e delle potenzialità aziendali tramite l’osservazione del territorio, del mercato, dei concorrenti e delle normative vigenti. Significa analizzare, servendosi di appositi consulenti le componenti di base per avviare l’impresa agricola, una volta esplicitata l’idea.
3) Confrontarsi con gli altri che hanno già fatto esperienze simili in Italia o in Europa per cogliere le sfumature e focalizzare al meglio le idee.
4) Trasformare l’”idea” in un progetto di sviluppo imprenditoriale. Si tratta di determinare gli obiettivi generali del progetto, quelli specifici, i risultati attesi e le azioni e le risorse necessarie per raggiungerli. Si tratta di farsi redigere da adeguati specialisti e professionisti un Business plan economico finanziario accurato e in grado di reggere al mercato e alle richieste di finanziamento pubblico e privato.
5) Ricerca della fonte di finanziamento. Sulla base dell’idea progettuale valutare la possibile fonte di finanziamento nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale (insediamento giovani, investimenti, qualità, pacchetto giovani). Per l’acquisto di terra verificare la possibilità di un mutuo presso Ismea nel ambito dei finanziamenti della piccola proprietà contadina.
6) Presentazione del progetto per il finanziamento pubblico. Si tratta di fare la domanda per l’accesso al finanziamento unitamente alla presentazione del Business Plan. Necessaria l’assistenza di un centro Caa e la consulenza di un professionista per la parte tecnica. Oggi questo è il punto su cui si incaglia il meccanismo di avvio di un’impresa agricola. Infatti le procedure per accedere alle risorse dei Piani di Sviluppo Rurali (Psr) specificatamente dedicate ai giovani prevedono in media 275 giorni tra l’approvazione del programma e l’uscita del bando; 248 giorni tra la fine della raccolta delle domande e i decreto di concessione del contributo (istruttoria); tra i 18 e i 24 mesi per l’erogazione del contributo.
7) Presentazione del progetto per il finanziamento privato. Numerose banche offrono condizioni vantaggiose per i giovani anche grazie ad accordi con Creditagri Italia, il primo consorzio fidi nazionale, per la ricerca delle migliorie condizioni di accesso al credito e del prodotto finanziario più adatto. Particolare attenzione va riposta nella concessione della garanzie. Si tratta di un assaggio fondamentale per “non giocarsi” il capitale fisico appena costituito o i “risparmi” di papà.
8) Una formazione di base in campo agricolo è importante, ma non decisiva anche perché sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale. Frequentarli è un modo per apprendere, ma anche per tessere una rete di rapporti con altri colleghi.
9) Per avviare un impresa agricola non sono molti gli adempimenti necessari nè i relativi costi dal punto di vista burocratico. Infatti tre sono i passaggi fondamentali:
- Apertura di una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate.
- Iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio se si prevede di realizzare un fatturato superiore ai 7000 euro/anno.
- Iscrizione e dichiarazione presso l’Inps.
10) La burocrazia è un peso non solo nell’avvio, ma anche nell’esercizio dell’attività imprenditoriale. Il settore agricolo è ancora pieno di una pletora di adempimenti quotidiani (che si allungano ad elastico a seconda della branca di attività) che tolgono all' impresa agricola 2 giorni di lavoro a settimana da distrarre dall’attività di impresa vera e propria: 100 giorni l’anno.
A proposito di chi guarda al futuro, Coldiretti, per voce del presidente Moncalvo, si è detta contenta che il segretario del Pd Matteo Renzi, nel suo “Job Act”, abbia inserito anche l’agricoltura e il cibo tra i sette settori prioritari di intervento, visto che tanti giovani già ci puntano per il loro futuro lavorativo...
2) Analisi delle caratteristiche e delle potenzialità aziendali tramite l’osservazione del territorio, del mercato, dei concorrenti e delle normative vigenti. Significa analizzare, servendosi di appositi consulenti le componenti di base per avviare l’impresa agricola, una volta esplicitata l’idea.
3) Confrontarsi con gli altri che hanno già fatto esperienze simili in Italia o in Europa per cogliere le sfumature e focalizzare al meglio le idee.
4) Trasformare l’”idea” in un progetto di sviluppo imprenditoriale. Si tratta di determinare gli obiettivi generali del progetto, quelli specifici, i risultati attesi e le azioni e le risorse necessarie per raggiungerli. Si tratta di farsi redigere da adeguati specialisti e professionisti un Business plan economico finanziario accurato e in grado di reggere al mercato e alle richieste di finanziamento pubblico e privato.
5) Ricerca della fonte di finanziamento. Sulla base dell’idea progettuale valutare la possibile fonte di finanziamento nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale (insediamento giovani, investimenti, qualità, pacchetto giovani). Per l’acquisto di terra verificare la possibilità di un mutuo presso Ismea nel ambito dei finanziamenti della piccola proprietà contadina.
6) Presentazione del progetto per il finanziamento pubblico. Si tratta di fare la domanda per l’accesso al finanziamento unitamente alla presentazione del Business Plan. Necessaria l’assistenza di un centro Caa e la consulenza di un professionista per la parte tecnica. Oggi questo è il punto su cui si incaglia il meccanismo di avvio di un’impresa agricola. Infatti le procedure per accedere alle risorse dei Piani di Sviluppo Rurali (Psr) specificatamente dedicate ai giovani prevedono in media 275 giorni tra l’approvazione del programma e l’uscita del bando; 248 giorni tra la fine della raccolta delle domande e i decreto di concessione del contributo (istruttoria); tra i 18 e i 24 mesi per l’erogazione del contributo.
7) Presentazione del progetto per il finanziamento privato. Numerose banche offrono condizioni vantaggiose per i giovani anche grazie ad accordi con Creditagri Italia, il primo consorzio fidi nazionale, per la ricerca delle migliorie condizioni di accesso al credito e del prodotto finanziario più adatto. Particolare attenzione va riposta nella concessione della garanzie. Si tratta di un assaggio fondamentale per “non giocarsi” il capitale fisico appena costituito o i “risparmi” di papà.
8) Una formazione di base in campo agricolo è importante, ma non decisiva anche perché sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale. Frequentarli è un modo per apprendere, ma anche per tessere una rete di rapporti con altri colleghi.
9) Per avviare un impresa agricola non sono molti gli adempimenti necessari nè i relativi costi dal punto di vista burocratico. Infatti tre sono i passaggi fondamentali:
- Apertura di una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate.
- Iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio se si prevede di realizzare un fatturato superiore ai 7000 euro/anno.
- Iscrizione e dichiarazione presso l’Inps.
10) La burocrazia è un peso non solo nell’avvio, ma anche nell’esercizio dell’attività imprenditoriale. Il settore agricolo è ancora pieno di una pletora di adempimenti quotidiani (che si allungano ad elastico a seconda della branca di attività) che tolgono all' impresa agricola 2 giorni di lavoro a settimana da distrarre dall’attività di impresa vera e propria: 100 giorni l’anno.
A proposito di chi guarda al futuro, Coldiretti, per voce del presidente Moncalvo, si è detta contenta che il segretario del Pd Matteo Renzi, nel suo “Job Act”, abbia inserito anche l’agricoltura e il cibo tra i sette settori prioritari di intervento, visto che tanti giovani già ci puntano per il loro futuro lavorativo...
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