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Wine Business Innovation Summit

WBIS, l’innovazione corre sull’orlo di un bicchiere di vino

24 startup in concorso, otto finaliste, una sola vincitrice del premio in palio (una settimana di coaching a Bordeaux, presso l’incubatore “33 Entrepreneurs”), una cinquantina di partecipanti da tutta Europa, due giorni intensi di incontri e aggiornamenti, degustazioni e networking


Questi gli ingredienti principali di quella che si sta dimostrando una delle iniziative più innovative e dinamiche nel tradizionalissimo mondo del vino: il Wine Business Innovation Summit, la cui seconda edizione si è tenuta di recente a Monaco di Baviera. Un evento che intercetta due passioni trasversali come quelle per il vino e la comunicazione sui new media e li serve sul piatto dei social network con un robusto contorno di implicazioni business. Come a dire che condividere del buon vino con amici che vengono dai quattro angoli del pianeta è bello, ma se tra questi amici ci sono anche dei candidati al titolo di Master of Wine (considerati nel mondo del vino delle autorità indiscusse a livello internazionale), qualche distributore di vino e alcuni imprenditori del settore è anche meglio, perchè così si unisce l’utile al dilettevole: il divertimento al business.

La novità del WBIS non sta però solo nei suoi contenuti – le innovazioni tecnologiche e di comunicazione che si possono apportare in un settore considerato maturo in molti Paesi – ma anche, diciamo così, nella sua “confezione”. Organizzato da 3 consulenti del mondo del vino, Faye Cardwell, Jens de Maere e Marc Roisin, il summit si è nutrito per mesi, via web, dei suggerimenti e dei contributi degli appassionati, che hanno suggerito e votato gli argomenti di discussione della due-giorni, oltre che le startup in concorso. Una manifestazione con un dna decisamente social, che dimostra la crescente importanza delle logiche di condivisione web anche nel mondo del vino, fatto di appassionati che vogliono dialogare, confrontarsi ed esprimersi anche online. La scelta di realizzare la comunicazione dell’evento quasi esclusivamente via blog e social networks, risponde e insieme rafforza tale tendenza. Ma la comunicazione è stata solo una parte della manifestazione che ha dimostrato anche grandi possibilità di business se è vero che colossi come Amorim (leader mondiale nel settore del sughero) o istituzioni come la MSc in Wine Business di Dijon si sono presentati all’appuntamento.

Come si diceva, dei 24 progetti innovativi presentati al concorso, solo otto sono arrivati in finale e sono stati illustrati ai partecipanti: nessuno di essi era italiano, ahimè. A voler essere del tutto onesti, di veramente nuovo non c’era molto, se escludiamo i pur lodevoli tentativi di pensiero laterale espresso dalla maggior parte di loro e consistenti, per lo più, in modi alternativi di vendere il vino online, o di avvicinare nuovi consumatori grazie a packaging alternativi (come la lattina da 125 ml). Alla fine, i vincitori sono stati tre: al terzo posto è arrivato il WineDataSystem, startup francese, primo esempio di app e software dedicato al wine trade, mentre l a medaglia d’argento è stata simbolicamente assegnata a Wine with Spirit, brand di vini portoghesi che suggerisce ai clienti quale vino comprare grazie ad etichette che fanno leva sull’occasione di consumo o sulle emozioni (c’è la bottiglia con l’etichetta “Dine with Me Tonight” e quella “I’m in Love”, ma anche l’intrigante “Carpe Noctem Voyeur”, o “Bastardo!” per consolarsi di una giornata storta….).

Vincitore indiscusso del contest si è dimostrato però essere lo Smart Wine Glass: presentato da un team di giovani imprenditori portoghesi della comunicazione digitale del vino, si tratta di un semplice bicchiere da degustazione cui viene applicata una particolare etichetta che permette ai consumatori di ottenere informazioni sui vini che hanno bevuto durante una fiera o un qualsiasi evento del vino, e ai produttori di accedere ad un nuovo canale di comunicazione diretta con le persone cui hanno versato il loro vino. Una piccola, utile innovazione che sicuramente, prima o poi, farà il suo ingresso anche in Italia in qualche fiera o manifestazione del vino.

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