Passa ai contenuti principali

“Digital review, social media e digital PR”

“Comunicare” il vino ai tempi di Facebook 

Oltre un miliardo di utenti connessi, pari all’85% della popolazione on line mondiale: è il “popolo dei social media”, con cui oggi le aziende devono confrontarsi per stare al passo con l’inarrestabile rivoluzione digitale.


Ma quali strategie occorre sposare e quali strumenti adottare per destreggiarsi con disinvoltura nella rete? A questa domanda ha cercato di rispondere il workshop “Digital review, social media e digital PR” organizzato da Agivi (Associazione giovani imprenditori vinicoli italiani) a Milano, presso la sede di Unione Italiana Vini, dove un gruppo di esperti del settore ha illustrato le opportunità per le aziende e ha svelato alcuni “trucchi del mestiere”.

"L’avvento dei social media è stato facilitato da una serie di fattori convergenti - ha spiegato Francesca Valente, digital strategist dell’agenzia Evolution People di Milano, che ha analizzato l’evoluzione del comportamento d’acquisto del consumatore moderno. -  La maggiore accessibilità alle tecnologie associata al fattore mobilità hanno fatto crescere esponenzialmente gli utenti/consumatori che oggi sono ‘always on’, sempre connessi. Un fenomeno che ha interessato anche il settore dell’e-commerce, oggi definito ‘everywhere commerce’ (il consumatore compra quando vuole e da qualsiasi posto in cui si trovi)".

In Italia, sono 27 milioni gli utenti raggiunti dai social network, il 94% della popolazione on line. In testa Facebook, con 24 milioni di utenti che vi dedicano il 93% del tempo, che mette in condivisione oltre 900 milioni di oggetti sociali con cui le persone interagiscono e oltre 250 milioni di foto caricate al giorno.

Puntare al dialogo con il consumatore
Twittare, caricare immagini e video, pubblicare: è stata proprio l’interattività il fattore chiave che ha permesso l’avanzata della rivoluzione digitale e ha saputo rispondere a quel bisogno latente condiviso di dare voce alle proprie opinioni.

Un elemento che ha rivoluzionato anche il rapporto brand-cliente. Come ha sottolineato Roberto Guiotto, digital marketing manager dell’agenzia vicentina In Risalto “L’utente della rete è consapevole di avere un ruolo attivo nel rapporto con il brand: il consumatore passivo bersaglio di messaggi pubblicitari autoreferenziali è stato sostituito da un consumatore consapevole, alla ricerca di una relazione autentica con l’azienda. Con l’opinione del consumatore che è diventata il centro del rapporto, si è passati dall’advertising all’invertising. La nuova sfida per essere competitivi è quella di passare dal monologo al dialogo con il cliente”.

Ma la rivoluzione digitale comporta non poche opportunità per le aziende: in primis la possibilità di avere una maggiore visibilità a costi ridotti, e la possibilità di occupare nuove nicchie, la creazione di awareness, attraverso la costruzione di una community di “fedeli” che seguono passo dopo passo il brand, e l’engagement, ovvero l’opportunità di conquistare autenticamente il consumatore parlando la sua stessa lingua.

Dalla parte delle aziende, il fatto che i social media, inoltre, rappresentino degli efficaci strumenti di audit. L’”ascolto” della rete permette di verificare cosa succede quando si parla del proprio brand: dall’analisi dei “like” su Facebook o delle presenze su Twitter si arriva ad avere un feedback sul funzionamento del canale ed è possibile verificarne l’efficienza come strumento aziendale, monitorandone in diretta il comportamento.

Per la stessa ragione, i social network sono anche strumenti per accedere a enormi quantità di dati prima irraggiungibili, come nel caso dei “Big data” che accorpano dati provenienti da fonti tradizionali a quelli elaborati partendo dai social network, le cui dimensioni sono dell’ordine dei miliardi di Terabyte.
Per un’azienda investire nel web è dunque oggi fondamentale. Del resto, un brand che non è presente in rete o nei social media è un brand che comunica la propria assenza.

L’avanzata dell’e-commerce
Per quanto riguarda il mondo del vino, in Usa e Francia le wineries presenti su Facebook sono rispettivamente il 94% e il 53% (minore la percentuale su Twitter, con il 73% e il 41% delle aziende). Il 47% delle cantine americane ammette che Fb ha contribuito ad aumentare le vendite (il 72% delle aziende vinicole in Usa vendono on line) motivo per cui prevedono di investire sempre di più sul social network. E se è vero che il presente dell’industria del vino è nella “Generazione X” (che raggruppa i nati tra il 1960 e il 1980), il futuro sta nella “Generazione Y” (1980 - 2000) ossia tra coloro che sono abituati ad utilizzare internet sin dall’infanzia.

A concludere l'incontro, l'intervento di Marta Bulbarella e Matteo Gaggini, di Privalia Italia, che oltre a un focus sulle aziende del vino, ha messo in evidenza alcuni numeri dell'e-commerce globale.

Nel 2012 il valore dell’e-commerce B2C è stato rispettivamente di oltre mille miliardi di dollari a livello globale e di 305 miliardi di euro a livello europeo (+22% sul 2011). Regno Unito, Germania e Francia continuano a generare i volumi più consistenti in termini di vendite on line e rappresentano complessivamente circa il 70% del mercato europeo, anche se il tasso di crescita più alto si è registrato nei mercati meno maturi dell’Europa dell’Est, come Polonia e Repubblica Ceca, dove la crescita oscilla tra il 25 e il 30%. In Italia il valore dell’e-commerce 2012 è stato stimato in 21,1 miliardi di euro, con un incremento del 12% rispetto al 2011.

La crescita maggiore si ha nei comparti di prodotto (+29%) per un valore complessivo di 800  milioni di euro, rispetto ai servizi. Per il 2013 è prevista una crescita a tripla cifra con vendite di oltre i 170 milioni di euro, il 2% delle vendite e-commerce, e con oltre il 70% dei merchant che utilizza Facebook e Twitter come canali social.

That’s the social media, baby!

Commenti

Post popolari in questo blog

Festival delle Scienze di Roma 2023 - Immaginari

Dal 18 al 23 aprile 2023 il Festival delle Scienze di Roma torna all’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” con la sua XVIII edizione. Incontri, conferenze, laboratori. Dal 18 - 23 aprile 2023. IMMAGINARI è il tema di questa edizione dedicata all’immaginazione, uno degli strumenti più potenti che ci permette di concepire opere d'arte, nuove tecnologie e ci consente di trovare soluzioni a problemi quotidiani. La scienza non sarebbe la stessa se non avessimo come alleata l’immaginazione per avviare ricerche e formulare ipotesi, interpretare dati e perseguire risultati migliori. Ed è dalle interazioni delle immaginazioni individuali che emergono gli immaginari condivisi che influenzano il modo in cui organizziamo le società. Oggi più che mai abbiamo bisogno di coltivare questi immaginari, per ripensare il presente e, soprattutto, plasmare possibili futuri. Da mercoledì 19 a sabato 22 aprile quattro incontri anche presso le Biblioteche di Roma, QUI IL PROGRAMMA . Prodotto dall

Lotta agli insetti alieni, Lycorma delicatula: un nuovo flagello della viticoltura mondiale. Uno studio indaga su comportamento e dispersione nell'ambiente

Uno nuovo studio statunitense per contrastare l'avanzata di un nascente insetto alieno candidato a diventare il nuovo flagello della viticoltura mondiale. Si tratta della Lycorma delicatula, un insetto dall'aspetto simile alla coccinella ma che a differenza di questa provoca danni consistenti ai vigneti. La Lanterna macchiata, così come viene chiamata dagli agricoltori, si è diffusa per la prima volta in Corea anche se originaria della Cina e ha già raggiunto, infestandoli, i vigneti della Pennsylvania. La lotta agli insetti alieni non permette soste, la ricerca si sta muovendo velocemente nel contrastare un nuovo flagello destinato a mettere sotto scacco la viticoltura mondiale. Si tratta della Lycorma delicatula, un insetto dall'aspetto simile alla coccinella, gli agricoltori la chiamano Lanterna macchiata, in inglese Spotted Lanternfly. Si è diffusa per la prima volta in Corea anche se è originaria della Cina. Nel 2014 ha raggiunto i vigneti della contea di Berks, in Pen

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece