Come superare la Grande Muraglia - Tutto quello che devi sapere sul mercato vinicolo più interessante al mondo |
La pericolosa chimera di Internet
La Cina ormai ci ha abituati ai primati raggiunti bruciando le tappe con ritmi di crescita a due e tre cifre e le statistiche relative agli acquisti online non fanno eccezione: nel 2012 i cinesi che fanno acquisti su Internet hanno raggiunto quota 242 milioni, superando di 75 milioni il numero dei compratori USA e nell'ultimo trimestre dell'anno il fatturato dei siti di e-commerce ha raggiunto la cifra astronomica di 319 miliardi di dollari.
Come dire che i cinesi spendono online qualcosa come 40.000 dollari al secondo.
Sull'onda di questi dati strabilianti, si sta diffondendo in Italia un pericoloso equivoco, cioè che proprio Internet possa essere una scorciatoia per aprire finalmente ai vini italiani quel mercato del vino cinese dove ci stiamo facendo stringere nell'angolo un po' da tutti.
Non è così.
Gli acquisti via Internet in Cina sono fatti esclusivamente dai consumatori finali, in gran parte via smartphone. Non esiste la minima possibilità, né dal punto di vista logistico né dal punto di vista legale, che aziende estere vendano direttamente ai privati nel territorio cinese.
Allo stesso modo, non esiste nessuna possibilità che un importatore acquisti online una partita di vino da un produttore che non ha mai visto di persona.
Come sanno bene francesi, australiani, cileni, spagnoli e gli altri le cui vendite continuano a galoppare a nostre spese, oggi più che mai l'unico modo per vendere in Cina è la presenza fisica con azioni collettive organizzate.
Ogni giorno sprecato a inseguire la chimera di Internet è un giorno in più in cui lasciamo campo libero alle loro azioni concrete.
Le enoteche giocano un ruolo essenziale
I consumatori cinesi comprano sempre più vino ma lo conoscono poco e si sentono sempre più insicuri nelle scelte e timorosi di subire truffe, così alla convenienza dei supermercati e di Internet preferiscono la sicurezza e la consulenza dei punti vendita specializzati.
I consumatori cinesi comprano sempre più vino ma lo conoscono poco e si sentono sempre più insicuri nelle scelte e timorosi di subire truffe, così alla convenienza dei supermercati e di Internet preferiscono la sicurezza e la consulenza dei punti vendita specializzati.
Non è una novità ma una convincente conferma di una situazione già ben chiara quella che emerge da un'inchiesta con interviste a consumatori e addetti commerciali.
L'incremento delle
importazioni pone i consumatori di fronte a una scelta ogni giorno più
ampia.
Un vantaggio, ma anche un aumento del timore di sbagliare per chi
non sa nulla del vino e si trova di fronte a scaffali sempre più
carichi di etichette diverse.
Tanto più che insieme alle importazioni
cresce il lucrativo business criminale dei vini contraffatti.
Così chi
ha i soldi per comprare vino di qualità non si preoccupa tanto di
risparmiare qualche yuan quanto di essere rassicurato sulla qualità e
autenticità della bottiglia.
Diventano insostituibili il ruolo di consulenza
e l'implicita garanzia dell'enoteca, come dimostra l'apertura di
megastore del vino multipiano in tutte le grandi città, mentre le
vendite di supermercati e Internet crescono in molti settori, ma non nel
vino.
La bufala della grande distribuzione
Gli ultimi dati disponibili, relativi al primo semestre 2012, mostrano che il dominio francese continua a consolidarsi con un +11,8% in volume e un ben più consistente incremento in valore, +25,3%.
Gli ultimi dati disponibili, relativi al primo semestre 2012, mostrano che il dominio francese continua a consolidarsi con un +11,8% in volume e un ben più consistente incremento in valore, +25,3%.
Tra le favole che
circolano c'è quella secondo cui sarebbe la massiccia presenza di catene
di supermercati francesi a trainare il successo dei loro vini.
Sciocchezze senza senso, in Cina la Gdo è irrilevante per le vendite del
vino importato.
Lo dimostrano i numeri: corrono anche i vini australiani (+10,4%), cileni (+16,9%) e, soprattutto spagnoli
(+48,1%). Tutti paesi che non hanno catene di supermercati. Se l'Italia si è fermata a un misero +7% in volume e +0% in valore, la colpa è solo della mancanza, finora, di serie azioni di marketing per la promozione dei nostri vini.
(+48,1%). Tutti paesi che non hanno catene di supermercati. Se l'Italia si è fermata a un misero +7% in volume e +0% in valore, la colpa è solo della mancanza, finora, di serie azioni di marketing per la promozione dei nostri vini.
Cresce il bisogno di formazione in
parallelo alla veloce scalata delle classifiche di consumo e
importazione del vino, la Cina sta balzando in cima anche ad altre
classifiche, meno appariscenti ma non meno significative.
Secondo i
dati pubblicati da un istituto di ricerca, negli ultimi mesi del 2012 la
Cina è diventata il Paese con il maggior numero di studenti impegnati
in percorsi formativi legati al vino.
Crescono a grande velocità gli
studenti iscritti alle facoltà di enologia delle università nazionali e
crescono a ritmo ancora maggiore addetti commerciali e semplici
appassionati che si iscrivono a corsi di formazione privati per
acquisire una conoscenza di base del prodotto e delle tecniche di assaggio e valutazione.
Il manuale per chi vuole esportare in Cina
Nel Paese più popoloso del mondo la sete di vino importato cresce a una velocità sorprendente, tanto che secondo le
ultime previsioni la Cina diventerà il primo mercato del vino al mondo
già nel 2015.
Però è un mercato difficile quanto promettente.
Questa guida spiega in maniera agile e pratica tutto quello che bisogna sapere per vincere la sfida.
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