Grand Tour, tra tradizione ed innovazione, un viaggio in Italia alla scoperta della vitivinicoltura del Trentino
“Ora l’Adige scorre più dolcemente, e in molti luoghi forma larghi greti. In campagne, in prossimità del fiume, su per la collina, la coltivazione è tanto serrata, che si pensa una cosa abbia a soffocare l’altra: spalliere di viti, granturco, gelsi, meli, peri, cotogni e noci. Al di sopra dei muri si getta vigoroso l’ebulo; l’edera cresce in grossi tronchi su per le roccie, e vi si allarga; la lucertola sguscia tramezzo; tutto ciò che si agita qua e là fa venire in mente certi quadri prediletti. Le trecce appuntate delle donne, il petto nudo e le giacche leggere degli uomini, gli eccellenti buoi che spingono dal mercato verso casa, gli asinelli carichi, tutto l’insieme forma come un vivo movimentato quadro di Enrico Roos. E quando poi si fa sera, e poche nuvole riposano nell’aria dolce sui monti, e anziché muoversi si fermano nel cielo; e quando subito dopo il tramonto incomincia a farsi sentire forte lo strìdio delle cavallette, allora ci si trova nel mondo come in casa propria, e non già quasi a pigione o in esilio”.
Questo è uno scorcio del Trentino visto con gli occhi di Goethe nel suo Viaggio in Italia nel Settembre del 1786, una sorta di quadro vivente che ci regala una viva testimonianza del paesaggio e degli uomini impreziosendo la nostra conoscenza sugli usi e costumi del nostro Paese a quei tempi.
Sono molte le testimonianze che ritroviamo scritte nei diari di questi giovin signori animati dalla voglia di ampliare le proprie conoscenze scientifiche ed umanistiche visitando il Bel Paese.
D’altro canto il viaggio in Italia alla scoperta dell’antichità era già considerato negli anni precedenti alla venuta di Goethe una tappa praticamente obbligatoria all’interno del Grand Tour, il quasi rituale viaggio di formazione degli intellettuali di tutta Europa, che accorrevano nel nostro Paese esaltati dalle nuove recenti scoperte – gli scavi di Pompei ed Ercolano – che aggiungevano nuovi tesori ai monumenti già noti.
Oggi il Trentino è meta nota in tutto il mondo per le sue numerose attrattive. Un viaggio sospeso tra Alpi e Mediterraneo, che dall’aria frizzante delle Dolomiti, regine del paesaggio alpestre, si dipana nel verde fino alla mitezza del Lago di Garda.
Un ambiente naturale di incomparabile bellezza. Tre grandi aree protette, il Parco Nazionale dello Stelvio, il Parco Naturale Adamello Brenta e il Parco Panaveggio-Pale di San Martino, che promuovono la conoscenza del territorio, attraverso escursioni, laboratori e ricerche.
Meta ideale per chi ama lo sport all’aria aperta. L’Alpinismo, la ragnatela dei sentieri, il camminare, e per chi ama attività più soft, da provare il Nordic Walking. Per gli amanti degli sport dell’acqua, la Vela o il Windsurf nei laghi più grandi, il Rafting o il canyoning negli impetuosi torrenti.
Terra vitale che si rispecchia anche nel lavoro e nei prodotti dei campi e dei pascoli: dalla coltivazione delle mele alla viticoltura, dalla produzione di piccoli frutti ai formaggi.
Ed è proprio nell’agricoltura, ed in particolare nella viticoltura, che il Trentino si contraddistingue, qui infatti risiede l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, dal primo gennaio 2008 Fondazione Edmund Mach, esso svolge attività di ricerca scientifica, istruzione e formazione, sperimentazione, consulenza e servizio alle imprese, nei settori agricolo, agroalimentare e ambientale.
Fondato nel 1874 quando la Dieta regionale tirolese di Innsbruck deliberò di attivare a San Michele una scuola agraria con annessa stazione sperimentale per la rinascita dell'agricoltura del Tirolo, negli anni ha conseguito importanti traguardi a livello internazionale sia nel campo della ricerca che della formazione.
L’ente si articola nei Centri istruzione e formazione, ricerca e innovazione, trasferimento tecnologico. L’azienda agricola, con funzioni di produzione e trasformazione, ma anche di supporto alla didattica e alla sperimentazione, comprende circa 100 ettari di terreni coltivati a vite e melo, una cantina e una distilleria.
Uno degli aspetti fondamentali dell’Istituto è la sperimentazione. Fin dalla sua fondazione infatti, si è occupato di miglioramento genetico in viticoltura e nel corso dei decenni l’attività si è avvalsa sempre di nuove tecniche. Oggi è la biologia molecolare applicata ai metodi tradizionali di incrocio che apre nuovi orizzonti e rende più rapido il raggiungimento degli obiettivi.
I maggiori passi in avanti si sono fatti grazie ai marcatori molecolari, con i quali è possibile individuare i geni che hanno influenza diretta su caratteri interessanti, come ad esempio sulle capacità di adattamento della pianta a specifiche condizioni di clima e terreno o che possono determinare effetti sulla composizione del mosto.
Con questo mezzo, è infatti possibile valutare i risultati del miglioramento genetico per incrocio già partire da una giovane pianta di vite, senza attendere che l’esemplare raggiunga lo stato adulto, con indubbi vantaggi economici. Un concetto questo che si vuole esprimere attraverso la valorizzazione delle risorse genetiche viticole per la creazione di nuove varietà migliorate: il futuro.
All’interno della struttura vengono prodotti a cura degli studenti dell’Istituto tutta una gamma di ottimi vini con una forte aderenza al territorio e tra questi quelli della linea Castel San Michele, identificati con la mezzaluna d'oro, ispirata allo stemma dell'Istituto Agrario.
Il Moscato Rosa e Prepositura sono due suadenti vini dolci: il primo ottenuto da un vitigno di antiche origini orientali importato in Trentino circa un secolo fa ed il secondo derivato dalla vendemmia tardiva di cinque nobili vitigni bianchi coltivati in alta collina.
Infine lo spumante un Trento Doc Riserva, dedicato al fondatore Edmund Mach. Sintesi di finezza, esprime al meglio l'indiscussa vocazione delle colline trentine alla produzione di grandi vini spumante ottenuti con il metodo classico.
Non mi resta che consigliare vivamente una visita a questo Istituto, magari in una vostra prossima vacanza in Trentino.
Di seguito troverete ulteriori informazioni e la possibilità di effettuare l'acquisto dei vini online:
Questo è uno scorcio del Trentino visto con gli occhi di Goethe nel suo Viaggio in Italia nel Settembre del 1786, una sorta di quadro vivente che ci regala una viva testimonianza del paesaggio e degli uomini impreziosendo la nostra conoscenza sugli usi e costumi del nostro Paese a quei tempi.
Sono molte le testimonianze che ritroviamo scritte nei diari di questi giovin signori animati dalla voglia di ampliare le proprie conoscenze scientifiche ed umanistiche visitando il Bel Paese.
D’altro canto il viaggio in Italia alla scoperta dell’antichità era già considerato negli anni precedenti alla venuta di Goethe una tappa praticamente obbligatoria all’interno del Grand Tour, il quasi rituale viaggio di formazione degli intellettuali di tutta Europa, che accorrevano nel nostro Paese esaltati dalle nuove recenti scoperte – gli scavi di Pompei ed Ercolano – che aggiungevano nuovi tesori ai monumenti già noti.
Oggi il Trentino è meta nota in tutto il mondo per le sue numerose attrattive. Un viaggio sospeso tra Alpi e Mediterraneo, che dall’aria frizzante delle Dolomiti, regine del paesaggio alpestre, si dipana nel verde fino alla mitezza del Lago di Garda.
Un ambiente naturale di incomparabile bellezza. Tre grandi aree protette, il Parco Nazionale dello Stelvio, il Parco Naturale Adamello Brenta e il Parco Panaveggio-Pale di San Martino, che promuovono la conoscenza del territorio, attraverso escursioni, laboratori e ricerche.
Meta ideale per chi ama lo sport all’aria aperta. L’Alpinismo, la ragnatela dei sentieri, il camminare, e per chi ama attività più soft, da provare il Nordic Walking. Per gli amanti degli sport dell’acqua, la Vela o il Windsurf nei laghi più grandi, il Rafting o il canyoning negli impetuosi torrenti.
Terra vitale che si rispecchia anche nel lavoro e nei prodotti dei campi e dei pascoli: dalla coltivazione delle mele alla viticoltura, dalla produzione di piccoli frutti ai formaggi.
Ed è proprio nell’agricoltura, ed in particolare nella viticoltura, che il Trentino si contraddistingue, qui infatti risiede l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, dal primo gennaio 2008 Fondazione Edmund Mach, esso svolge attività di ricerca scientifica, istruzione e formazione, sperimentazione, consulenza e servizio alle imprese, nei settori agricolo, agroalimentare e ambientale.
Fondato nel 1874 quando la Dieta regionale tirolese di Innsbruck deliberò di attivare a San Michele una scuola agraria con annessa stazione sperimentale per la rinascita dell'agricoltura del Tirolo, negli anni ha conseguito importanti traguardi a livello internazionale sia nel campo della ricerca che della formazione.
L’ente si articola nei Centri istruzione e formazione, ricerca e innovazione, trasferimento tecnologico. L’azienda agricola, con funzioni di produzione e trasformazione, ma anche di supporto alla didattica e alla sperimentazione, comprende circa 100 ettari di terreni coltivati a vite e melo, una cantina e una distilleria.
Uno degli aspetti fondamentali dell’Istituto è la sperimentazione. Fin dalla sua fondazione infatti, si è occupato di miglioramento genetico in viticoltura e nel corso dei decenni l’attività si è avvalsa sempre di nuove tecniche. Oggi è la biologia molecolare applicata ai metodi tradizionali di incrocio che apre nuovi orizzonti e rende più rapido il raggiungimento degli obiettivi.
I maggiori passi in avanti si sono fatti grazie ai marcatori molecolari, con i quali è possibile individuare i geni che hanno influenza diretta su caratteri interessanti, come ad esempio sulle capacità di adattamento della pianta a specifiche condizioni di clima e terreno o che possono determinare effetti sulla composizione del mosto.
Con questo mezzo, è infatti possibile valutare i risultati del miglioramento genetico per incrocio già partire da una giovane pianta di vite, senza attendere che l’esemplare raggiunga lo stato adulto, con indubbi vantaggi economici. Un concetto questo che si vuole esprimere attraverso la valorizzazione delle risorse genetiche viticole per la creazione di nuove varietà migliorate: il futuro.
All’interno della struttura vengono prodotti a cura degli studenti dell’Istituto tutta una gamma di ottimi vini con una forte aderenza al territorio e tra questi quelli della linea Castel San Michele, identificati con la mezzaluna d'oro, ispirata allo stemma dell'Istituto Agrario.
Il Moscato Rosa e Prepositura sono due suadenti vini dolci: il primo ottenuto da un vitigno di antiche origini orientali importato in Trentino circa un secolo fa ed il secondo derivato dalla vendemmia tardiva di cinque nobili vitigni bianchi coltivati in alta collina.
Infine lo spumante un Trento Doc Riserva, dedicato al fondatore Edmund Mach. Sintesi di finezza, esprime al meglio l'indiscussa vocazione delle colline trentine alla produzione di grandi vini spumante ottenuti con il metodo classico.
Non mi resta che consigliare vivamente una visita a questo Istituto, magari in una vostra prossima vacanza in Trentino.
Di seguito troverete ulteriori informazioni e la possibilità di effettuare l'acquisto dei vini online:
Commenti
Posta un commento